Come fare un sito ecommerce che funziona

Novembre 17, 2021

Il periodo del Natale rappresenta, per quasi tutte le aziende che hanno un sito ecommerce, un’opportunità imperdibile per aumentare le vendite. E questo vale ancor più per quelle online, che sono in costante crescita.

Proprio per questo, chiunque abbia un sito ecommerce, dovrebbe essere preparato ad affrontare un periodo che può dare un grosso boost al fatturato annuale.
Naturalmente l’ideale sarebbe lavorare durante l’anno per tenere sempre “in salute” il sito web.
Purtroppo però, tra le mille attività che un’azienda deve tenere sotto controllo, spesso il sito viene trascurato. 

Per evitare di ritrovarsi nel clou delle feste con problemi e malfunzionamenti da risolvere in emergenza, è meglio muoversi in anticipo.

Non tutti i siti ecommerce sono uguali

Come diciamo spesso nei nostri articoli, le esigenze delle aziende non sono tutte uguali.
Alcune hanno migliaia di prodotti e vendono solo in Italia.
Altre ne hanno pochissimi e hanno i loro mercati principali in Paesi molto lontani come Cina o Qatar.

Per questo motivo, dopo aver fatto uno screening del sito, le priorità che emergeranno possono essere diverse.
Alcune attività richiederanno pochi giorni altre più tempo, alcune potranno essere svolte in autonomia mentre per altre avrete bisogno di un professionista.

In questo articolo elencheremo una serie di parametri da esaminare, ed eventualmente sistemare, per fare un bel check up completo ad un sito ecommerce.

Prestazioni server

A volte ci si rende conto che le prestazioni del server che ospita il nostro sito non sono più sufficienti.
Per esempio, se vediamo che il caricamento delle pagine è molto lento è il caso di approfondire le motivazioni.
Servizi come Lighthouse e GtMetrix potrebbero evidenziare scarse performance del server. In questo caso l’unica soluzione possibile è cambiare server.

Performance gtmetrix sito ecommerce

A meno che non abbiate le competenze tecniche necessarie (vi sconsigliamo di provarci da soli cercando su Google), vi conviene affidarvi ad un professionista. Insieme a lui valuterete quali sono il budget e le tempistiche necessari per fare il cambio.
Ci sono passaggi tecnici obbligatori e potreste scoprire di essere già fuori tempo massimo.
In tal caso rimandate il cambio del server e mettetelo nella lista dei buoni propositi per il prossimo anno.

Ci sono molti fornitori validi che offrono pacchetti di vario tipo e noi non possiamo consigliarvene uno che sia ottimale per tutti.
Ma ecco alcuni consigli che sono sempre validi:

  • Scegliete un pacchetto dedicato all’ecommerce. Resistete alla tentazione di prendere l’offerta basic solo perché costa meno.
  • Cercate un provider con una buona assistenza. Assicuratevi che il servizio sia attivo 24/7 e che sia in una lingua che conoscete alla perfezione.
  • I backup vi salvano la vita. Gli ultimi mesi ci hanno insegnato che anche i più grandi, per esempio OVH e SiteGround possono avere problemi. Prendete un pacchetto che offra backup quantomeno giornalieri.
  • Più vicino è meglio. I dati viaggiano alla velocità della luce, ma la distanza dei server a cui vi appoggiate fa la differenza. Se pensate di vendere solo in Italia puntate su server che siano almeno in Europa; se volete vendere all’estero scegliete un provider con server dislocati ed una CDN.

CMS e Plugin

Ormai tutti i siti si basano su un CMS che rende più facile la creazione e gestione dei contenuti. Tra i più famosi ci sono Wordpress, Joomla e Wix. Questi sistemi sono molto usati sia per la loro semplicità che per i costi più che accessibili. Assieme ai plugin, sono sufficienti a coprire le esigenze del 95% dei siti ecommerce. 

Accanto a tutti questi lati positivi, però, ce ne sono anche alcuni negativi:

  • Standardizzazione. Le aziende che producono questi software offrono l’assistenza in caso di bug, ma non personalizzano i plugin a seconda delle vostre esigenze.
  • Poco controllo. In genere questi software vengono aggiornati costantemente, ma nessuno vi garantisce che ciò avvenga all’infinito o che il prodotto non venga ritirato dal mercato.
  • Manutenzione. Siete voi a dovervi assicurare che plugin e CMS siano up-to-date e che non abbiano problemi di compatibilità. 

User Experience nei siti ecommerce

Questo è un aspetto forse meno tecnico, ma decisamente essenziale per chi ha un sito ecommerce. L’esperienza d’uso del sito è quello che può fare davvero la differenza sulle vendite. La chiave è trovare il giusto compromesso tra estetica e funzionalità.

In sostanza carino ma non troppo.

A tutti piacciono le belle foto, le animazioni ed i vari effetti grafici, ma spesso penalizzano le performance del sito rendendolo lento.
Il vostro obiettivo è fare in modo che gli utenti possano trovare facilmente e velocemente ciò che cercano ed acquistarlo.
Fare test e monitorare il comportamento degli utenti sul sito vi permette di identificare e migliorare eventuali aree problematiche.

Processo di Checkout

Quello che abbiamo appena detto è ancora più importante nelle fasi di finalizzazione dell’acquisto come la pagina carrello o quella della cassa. Non avete idea di quante volte capita di trovare dei bug su queste pagine!
In queste sezioni anche il più piccolo intoppo può creare un collo di bottiglia che genera moltissimi carrelli abbandonati.

Per un nostro cliente è bastato modificare un solo campo nella pagina checkout per abbattere di oltre l’80% il tasso di abbandono del carrello.

Tasso carrelli abbandonati sito ecommerce

Anche se a volte la soluzione è semplice, arrivare ad identificare il problema è molto più difficile. Vi conviene affidarvi ad un professionista che saprà anche quali strumenti usare per le analisi.

Struttura di un sito ecommerce

La struttura è come una sorta di mappa nascosta della User Experience.
Siamo noi a deciderla e quindi ad indirizzare il comportamento degli utenti sul sito.

Se non si hanno le idee chiare dall’inizio, ed anche una certa coerenza, si rischia di rendere il sito un vero caos. Un vortice di entropia in cui l’utente non riesce ad orientarsi figuriamoci a fare un acquisto!

Categorie, Tag, attributi

L’utilizzo di tag, categorie e attributi richiede molta più attenzione di quanto si pensi.
In molti si lasciano trasportare dal demone dei tag creativi, spesso scambiandoli per hashtag (c’è un girone dell’inferno apposito per queste persone).

Questi sono parametri strettamente funzionali che servono a dare forma al sito e classificare i prodotti

Il consiglio è di non impostare mille categorie, tag o attributi perché si rischia di duplicarli, farli sovrapporre e creare una moltitudine di pagine inutili. 

Url delle pagine


Quello che abbiamo detto per le categorie vale anche per la struttura delle pagine del sito.

Avere tante pagine copia, simili tra loro e con url non ottimizzati genera confusione per l’utente e per i motori di ricerca (leggi crawl budget).
Anche se sono belle e vi sembrano un’ottima e rapida soluzione, resistete all’impulso di creare mille landing page diverse.
In un sito ecommerce le pagine di atterraggio sono quelle dei prodotti.

Avrete capito che sbrogliare una matassa intricata creata in anni di cattiva gestione non è facile ne immediato. È un processo che richiede tempo e, molto probabilmente, il supporto di un esperto.

Blog e sito ecommerce

Sul fatto che il blog abbia una certa utilità in un sito ecommmerce non ci sono dubbi. Ovviamente a patto che non sia abbandonato a se stesso e che risponda ad una precisa strategia di content marketing.

I contenuti di un blog, se realizzati in ottica SEO, generano traffico organico e gratuito.
Aiutano a posizionare meglio il sito e anche a targettizzare e segmentare in modo più preciso i visitatori.

Il blog può essere una potente arma di conversione, soprattutto se nei vostri articoli mettete delle call to action efficaci.

Tracciamento

Se volete che il vostro sito ecommerce abbia successo è necessario sapere prima di tutto cosa funziona, cosa può essere migliorato e se ci sono problemi. Per fare tutto ciò serve implementare dei sistemi di monitoraggio capillari e strutturati.

Sicuramente avrete sentito nominare Google Analytics e Facebook Pixel ma, a meno di avere un consulente che li ha impostati e li interpreta correttamente, siete praticamente a 0.
Invece questi strumenti di tracciamento ci possono dare moltissime informazioni sulle dinamiche di utilizzo del sito. 
Con tool come Yandex Metrica o Hotjar inoltre si possono scoprire cose che nemmeno immaginate!

Non è un caso che negli ultimi anni si parla sempre di più di strategie di tracking e di esperti di analisi dati. 

Progettate il vostro sito ecommerce per il futuro

Considerati tutti gli aspetti tecnici e i possibili sviluppi dettati dai big della tecnologia vi lasciamo due consigli generali che di sicuro vi aiuteranno.

Il tema della privacy sta evolvendo molto velocemente e si fa sempre più pressante. Assicuratevi di essere sempre aderenti alle direttive degli organi di controllo perché ora non si scherza più!
Curate al meglio aspetti come le cookie policies, la gestione dei consensi ma anche i termini e le condizioni di acquisto.
Avete pur sempre un ecommerce no?

Quando pensate agli interventi da fare non ponetevi un orizzonte temporale di pochi mesi.
Potreste ritrovarvi dopo un anno a rimettere mano al sito, magari nel periodo “peggiore”.
Chiedetevi sempre quali sono i vostri obbiettivi per i prossimi 3 anni e assicuratevi che il vostro ecommerce sia al passo con essi.

  • Pensate di aprirvi a mercati esteri? Vi servirà un sito multi lingua e in grado di processare pagamenti internazionali.
  • Avete intenzioni di ampliare di molto il vostro catalogo? Assicuratevi di avere una struttura flessibile ma con classificazioni funzionali.

Insomma, l’ecommerce è destinato ad evolversi quindi progettatelo per il futuro, non solo per il presente.

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